lunedì 27 gennaio 2014

28. NUCCIA TOLOMEO: X CONVEGNO - 26.01.2014

Con letizia spirituale domenica 26 gennaio 2014, in occasione del 17° anniversario della pia morte della Serva di Dio Nuccia Tolomeo e del 4° anniversario della conclusione dell'Inchiesta diocesana per la Causa di beatificazione, tanti suoi amici si sono ritrovati nella Chiesa del Monte in Catanzaro, dove nella cappella del Crocifisso sono riposti i suoi resti mortali, per fare memoria della sua straordinaria esperienza spirituale. Padre Pasquale Pitari, autore della Positio sulla vita e le virtù di Nuccia, già depositata presso la Congregazione dei Santi, ha guidato e animato l'incontro. Per circa 30 minuti sono state ascoltate alcune testimonianze di grazie, alcune veramente prodigiose.

La signora Beatrice Talarico ha letto la sua testimonianza: "
"Mi chiamo Beatrice Talarico e ho 44 anni. Sono madre di due figli meravigliosi: Barbara di 19 anni e Salvatore di 14. Esattamente 8 anni fa il mio matrimonio finì e io con coraggio mi dovetti rimboccare le maniche e iniziare a lavorare presso ammalati di cancro, persone sole e anziane. Amo aiutare gli altri, lo sento nel cuore. Vedo in ogni disperato Gesù crocifisso. E non posso farne più a meno.
Otto mesi fa, a causa di una persona furba e cattiva, che mi fece del male, persi di colpo il lavoro. Invano cercai. I tempi erano tristi. Una mattina, però, mi ritrovai nella chiesa del Monte, dove è sepolta Nuccia Tolomeo. Mi inginocchiai davanti la sua tomba e invocai la sua intercessione presso Dio perché trovassi lavoro. Glielo chiesi piangendo. Ebbi la fiducia che sarebbe successa qualcosa. E, infatti, dopo due giorni una ragazza mi contattò invitandomi ad assistere il padre, un ammalato terminale. Per 2 mesi l’ho assistetti, soprattutto la notte.  Alla sua morte, solo dopo 3 giorni, ricevetti tante chiamate per assistere altre persone bisognose. Da quando ho invocato Nuccia Tolomeo, ho sempre lavorato e sono soddisfatta e serena. Grazie alla sua intercessione, Dio mi ha esaudita. Oggi voglio dire a tutti di pregarla, ponendo fiducia in Dio che è misericordioso: le grazie arriveranno. Lode al Signore". 

Poi il Signor Francesco Gioffré ha letto la sua testimonianza di guarigione da un tumore al cervello:
"Sono Francesco Gioffrè. Sono nato il 2 gennaio 1962 in una piccola comunità montana, Mongiana, da genitori umili e devoti, dai quali ho ricevuto un’educazione religiosa, da cui non mi sono mai discostato, nonostante alcune vicissitudini dolorose della mia vita. Sono felicemente sposato con Maria Teresa Condina dal 1988 e ho due splendidi figli, Nunzia e Raffaele Michele.
Da ragazzo, dal piccolo paese in mezzo alle Serre dovetti trasferirmi a Vibo Marina, dove mio padre aveva trovato lavoro. Frequentai le scuole superiori a Vibo Valentia e, conseguito il diploma di perito chimico, ebbi la fortuna di accedere a un corso per tecnici di laboratorio medico. Conseguito il titolo, girovagai per tutta l’Italia per cercare di inserirmi nel mondo del lavoro. Alla fine riuscii a collocarmi presso l’Ospedale Pugliese di Catanzaro come tecnico di laboratorio analisi e qui ebbi la fortuna di rincontrare Padre Pasquale che aveva guidato i miei primi passi nella fede, quando studiavo a Vibo negli anni ‘80.
La mia vita trascorreva serena e tranquilla, fin quando qualcosa di brutto scombussolò la mia vita nell’agosto 2011. In seguito a un live malore mi sottoposi a degli accertamenti e, alla fine, mi venne diagnosticato un tumore al cervello, uno dei tipi peggiori, uno che non lascia scampo, un glioblastoma.
Con la mia fede quotidiana pensavo che mai potessi essere sottoposto a questa prova. Lavoravo in ospedale coscienziosamente al servizio degli altri e mai pensavo che gli altri ora dovessero lavorare per me. Il problema era serio e c’era da intervenire immediatamente. Potevo spostarmi in altri centri, ma ebbi fiducia nei mezzi e nelle competenze dei nostri neurochirurghi, il dottore Ceccotti in particolare. In quel triste frangente mi affidai a chi aveva richiamato in vita Lazzaro, aveva ridato la vista ai ciechi  e l’udito ai sordi. Non era un ricorso occasionale a Lui dettato dalla disperazione del momento, perché quotidianamente in Lui ho riposto le mie speranze e su Lui ho fondato le mie certezze. Mi davano la forza di andare avanti i miei figli Raffaele Michele  di 6 anni e Nunzia, appena maggiorenne e mia moglie Maria Teresa. Mio fratello Giuseppe mi è stato sempre accanto come se fosse la mia ombra. Prima dell’intervento Padre Pasquale invocò su di me la benedizione di Dio, mi fece la Comunione con il Signore Gesù e mi affidò alle preghiere della Serva di Dio Nuccia Tolomeo, dandomi pure una sua immagine perché la pregassi. Alla sua intercessione affidai la mia speranza  di guarigione.
Bisognava sradicare il male dal cervello. Affrontai il rischioso intervento chirurgico ponendomi nelle mani del dottore Ceccotti. Mi risvegliai, rividi la luce del sole e riconobbi le tante persone che mi circondavano. Questo fu l’inizio del miracolo. Non persi tempo a ringraziare il Signore, la vergine Maria e la Serva di Dio Nuccia Tolomeo, alla cui intercessione mi ero affidato. Seguii le terapie del caso, che continuano anche al presente. Intanto io ho ripreso le vecchie abitudini e sono ritornato a lavorare nel laboratorio analisi dell’Ospedale.
La mia fede si è ulteriormente rafforzata e devo ringraziare tutti coloro che mi sono stati accanto con le loro premure e le loro preghiere. Ringrazio mio cognato Cosimo che mi ha seguito durante l’intervento e mio cognato Vittorio che mi ha accompagnato ogni giorno a fare la radioterapia. Ringrazio il reparto di radiologia per la diagnosi celere e precisa, e tutti i miei cari, gli amici, i colleghi che mi hanno sostenuto con affetto.
Ringrazio particolarmente Padre Pasq uale per l’incoraggiamento, per i sacramenti offertimi e per avermi fatto conoscere Nuccia Tolomeo, donna straordinaria, certamente già santa agli occhi di Dio, a cui dal tempo dell’intervento ricorro nelle mie preghiere quotidiane.
L’esperienza che oggi racconto dovrebbe servirci da sprone per riconciliarci e avvicinarci  a Dio, noi che spesso viviamo del solo materiale e dell’effimero. Confidiamo in ogni frangente della vita nella intercessione della Vergine Santissima e di tutti i santi di Dio. Possa il Signore elevare la nostra carissima Nuccia presto agli onori degli altari, lei che considero colei che ha perorato la mia guarigione prodigiosa. Oggi sono passati due anni e mezzo dall’operazione e sto bene. A lode di Dio".



 Nell'intermezzo  è stato proiettato il testamento spirituale di Nuccia.


 Durante la santa Messa, al momento dell'omelia, Padre Pasquale ha fatto una rilessione sul testamento di Nuccia...............


 

Il coro della Santissima Trinità ha animato la liturgia.


Alla fine della Santa Messa l'assemblea ha elevato a Dio la preghiera per ricevere grazie e per la glorificazione di Nuccia. (Cliccare sul riquadro)








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