venerdì 3 settembre 2010

10 - LA GIUSTIZIA DI NUCCIA

E’ la virtù che è principio di ordine e di armonia, nelle relazioni con Dio, con gli altri, con la natura. La giustizia spinge a rispettare le persone e le leggi. La persona giusta è leale e dà agli altri ciò che è loro dovuto, in primo luogo a Dio.

Per Nuccia tutto quello che lei era o aveva era dono di Dio. A Lui ha detto il suo grazie sino alla fine. “La mia ultima preghiera vuole essere un magnificat, una esplosione d’amore e di gioia, per le meraviglie, che Tu, Signore, hai operato nella mia vita” (Testamento spirituale). Fin dall’infanzia, educata religiosamente dalla sua mamma, ha indirizzato a Dio la sua vita. Aveva 15 anni quando scrive a Suor Genoveffa Birolini: “Prometto al buon Gesù di dedicare a Lui tutta la mia vita”. Viveva il martirio della sua forzata immobilità, senza invidie e gelosie, rifugiandosi sempre nel suo Dio; a Lui chiedeva forza, coraggio e gioia. Trovava nel mistero della volontà di Dio la risposta a tutti i suoi perché. Mai ha considerato Dio ingiusto per la sua situazione fisica, anzi si sentiva “eletta” per essere stata chiamata a partecipare alla passione di Gesù a favore del suo corpo, la chiesa.

Dio era il cuore di tutti i suoi pensieri e in Dio incontrava e amava tutti. Da qui il suo zelo per la salvezza delle anime, soprattutto per i più poveri, qualunque fosse la loro povertà. Si batte per i poveri e per essi scrive diversi messaggi. Inoltre denuncia, invita, consiglia, ma soprattutto prega per i poveri. Così si esprime nella Preghiera al preziosissimo Sangue: “Scendi copioso, o mio Gesù, su quelle famiglie disastrate dalle calamità naturali, su tutti coloro che vivono al margine della nostra società, sugli ultimi, affinché la loro dignità umana sia affermata e possano scoprire nelle varie comunità accoglienza e solidarietà; su tutti coloro che hanno perso il gusto e la gioia di vivere, affinché scoprano che Tu solo dai senso alla vita; su tutti coloro che non hanno più alcuna speranza e specialmente sui giovani, affinché presto scoprano la vera vita e non seguano false speranze, illusioni bugiarde; su tutti coloro che hanno la loro vita calpestata dall’ingiustizia, dalla prigione, dalle torture e dal razzismo; su coloro che sono senza lavoro, su quelli che lo hanno perduto e non riescono a trovarne un altro, e per tutti quelli che a causa della disoccupazione si avviano su strade più facili, ma molto pericolose. Scendi copioso, o mio Gesù, su questo nostro mondo diviso, porta a tutti unità e pace”.

L’amore per la giustizia portava Nuccia ad essere propositiva di una cultura della vita. Nei pastori della chiesa vedeva i paladini di questa cultura. Scrive, allora, un messaggio “La vita come dono”. Questo stesso tema lo riprende in un altro messaggio-denuncia “Contro la cultura della morte”, portatrice di tante ingiustizie. Tra l’altro dice: “Restiamo saldi nella fede e ascoltiamo la voce della chiesa. Siamo obbedienti al Papa, ai vescovi, ai sacerdoti, la cui voce è la voce di Dio. Non limitiamoci ad essere semplici ascoltatori, ma cultori della Parola di Dio, esecutori e servi della volontà del Padre. Abbiamo il coraggio di andare controcorrente in questi tempi di tenebre, lottiamo per la giustizia, per la verità e la pace. Adoperiamoci in ogni modo a compiere opere di luce, tenendo presente che ciò che si fa grida più forte di quanto si dice. Solo la testimonianza di luce ha in sé la potenza della vita nuova, che dissipa le tenebre…La vostra vita è preziosa, è immensamente preziosa, amatela. E’ stata concepita da un grande Architetto che l’ha voluta in tutti i suoi particolari perfetta, perché vi ama e vuole che la viviate nell’amore, nel rispetto del Suo amore, nella misericordia, nella bontà, nella giustizia, ma soprattutto nella fraternità”.



Per Nuccia il trionfo della giustizia passa attraverso la fede in Gesù e la devozione alla sua mamma Maria. Nelle tantissime lettere che lei faceva, a tutti indicava Gesù e Maria i soli capaci di dare una risposta decisiva a tutti i loro mali. Gesù crocifisso è la lezione più eloquente a tutte le forme di ingiustizie. “Dalla Croce Egli insegna che non c'è amore senza dolore, che la vita è dono generoso, che bisogna vivere e lottare per i grandi ideali della vita, per il trionfo dell'amore, della verità, della giustizia, della pace. Con questi ideali è necessario diventare ostia, trovando il coraggio di subire l'oltraggio, l'umiliazione, il dolore, la persecuzione, il martirio” (Adorazione della croce). L’Incarnazione e il Golgota danno il senso della vita di Gesù. In un pensiero sapienziale dice Nuccia: “Gesù è venuto affinché la giustizia, la bontà, la pace e la misericordia si rivelino in ogni cuore e in ogni volto di uomo”.

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