mercoledì 1 settembre 2010

5 - LA FEDE DI NUCCIA

Nuccia a tutti coloro che l’avvicinavano diceva: “Abbi fede”. Sulle sue labbra non risuonava che questa parola: fede! Parola che scuoteva le coscienze, gettava lampi di luce nuova nelle anime, suscitava energie sopite, apriva vie insperate. Del resto, più ancora delle sue parole era il suo esempio a comunicare la fede, la speranza e la carità. Attenta a tutte le realtà umane, a tutti voleva comunicare il Signore, partecipando la bellezza e la forza della sua fede.
All’inizio del suo testamento spirituale, così si esprime: “Desidero consegnare loro il dono più grande della mia vita, la fede, che Tu gratuitamente, Signore, mi hai elargito per comunicarmi la sapienza della Croce e farmi penetrare e accettare come servizio speciale il mistero del dolore. La fede è l’unico frutto della mia vita, un fiore prezioso alimentato nel silenzio dalla Parola e profumato dall’acqua della Grazia, mediante i sacramenti e la preghiera. Tu, Signore, non permettere che esso si perda, consegnalo per me ad altri fratelli, perché si propaghi come fuoco nel mondo per la salvezza delle anime”.



Varie sono le espressioni usate da Nuccia riguardanti il tema della fede: “il dono della fede”, “la luce della fede”, “la fiaccola della fede”, “gli occhi della fede”, “lo spirito di fede “, “l’avventura della fede”, “il piccolo seme della fede”. “Il Crocifisso è la forza che accresce in me la fede”. “Se non accettate la croce, non potete rimanere fedeli”.

Con forza Nuccia denunciava: “Molti cristiani si chiudono nella loro fede e non la testimoniano; la fede deve essere testimoniata!”. “Chi ha il dono della fede non può più stare a guardare, né deve disperare, ma mettere mano all'aratro, perché il Padre ci chiama tutti a collaborare con Lui, per la salvezza dell'umanità”. “Apri, Signore, i loro cuori alla fede, alla speranza, e colma i loro vuoti, riempiendoli d’amore puro e sincero”.

Esaltava, poi, la vita di fede: “Chi dona la propria vita a Dio, vive nella gioia, dà gloria al Padre con la propria testimonianza di fede e diventa Eucaristia vivente”.

Agli ammalati di AIDS diceva: “Tutti quelli che si avvicinano a voi siano come il buon samaritano, pronti ad aiutarvi, a rispettare la vostra dignità di creatura e, con gli occhi della fede, possano riconoscere in voi Gesù sofferente”.

Credeva fermamente nella bontà misericordiosa di Dio: “Egli compie meraviglie nella nostra vita, anche se la nostra fede è piccola, come un granellino di sabbia”.

La sua sofferenza serviva agli occhi di Dio per alimentare la fede: “Questa mia sofferenza non è stata inutile, il Signore si è servito di me per toccare molti cuori duri, freddi: è servita a convertire, a rimuovere, a riaccendere la fede di molti”.

E pregava: “Aiutaci, Signore, a consumare la nostra vita, goccia a goccia, in modo meritorio, con il martirio intimo e costante, vissuto ogni giorno con spirito di fede e di amore”. “Tu, Signore, che fai nuove tutte le cose, rinnova i nostri cuori, specialmente i cuori aridi e freddi, rigenerali nella grazia, rafforzali nella fede, ricolmali d’amore”.


Nel messaggio “Adorazione della croce” Nuccia confidava una sua intimità con Gesù: “Quando sono affaticata e stanca la sua voce mi sussurra dolcemente: - Coraggio, abbi fede in me e spera. Continua ad amare e a offrire la tua croce... Io ho bisogno di vittime d'amore-”. Perciò il suo impegno più deciso era: “Essere fedele alla chiamata di Dio, nonostante le difficoltà e le morti quotidiane”. Il suo essere vittima d’amore per l’umanità sofferente era da lei vissuto nella gioia. Diceva, infatti: “La gioia è il segno del cristiano, della nostra fede”.

Spesso ricordava l’importanza della fede nella vita spirituale con queste parole: “Quando la paura bussa alla tua porta, manda la tua fede ad aprire, non troverà nessuno”. “Abbiate fede nella divina provvidenza. Il Signore non dimentica i suoi figli.”

Nel messaggio “Contro una cultura di morte” invitava: “Restiamo saldi nella fede e ascoltiamo la voce della chiesa. Siamo obbedienti al Papa, ai vescovi, ai sacerdoti, la cui voce è la voce di Dio. Non limitiamoci ad essere semplici ascoltatori, ma cultori della Parola di Dio, esecutori e servi della volontà del Padre”. Da queste parole si evince che per Nuccia la fede nella Parola di Dio non era in contraddizione con l’obbedienza ai pastori lasciatici da Gesù.

Infine per Nuccia Maria aveva un grande ruolo nella vita di fede. Cosi pregava: “Fai, o Madre, ritornare nella mente e nel cuore degli uomini pieni di orgoglio, di odio e di egoismo, la fede e l’amore, affinché tutti possano sperimentare il tuo amore. Plasmali, usali, riempili, guidali sempre sulla strada della carità, dell'amore, della testimonianza gioiosa e fedele”. “Tu sei la nostra Mamma e come tale non puoi abbandonarci in questa valle di lacrime, aiutaci, aumenta la nostra fede, ravvivala”.

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